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AZIENDA AGRICOLA EREDI ELVIRA MILANI

Piazza Matteotti, 24 - 54033 Carrara (MS)

C.F. e P. I.V.A. : 01170140451

La storia degli eredi di Elvira Milani

Gli eredi di Elvira hanno continuato a produrre questo vino fin quasi ad oggi, quando, complice un po’ di follia e una irresistibile curiosità, un ex calciatore appassionato di numeri, ha deciso di mettersi sul cammino di Bacco, prendendo le redini dell’azienda.

Angelo Borghetti è un nome noto a Carrara.

Un passato da terzino generoso, tutto cuore e fiato, e un presente da affermato professionista dei “conti” con uno studio ben avviato in piazza Matteotti non sono bastati a tenerlo fermo.
Le ripide Colline del Candia e il fascino della viticoltura “eroica” gli hanno dato l’energia per intraprendere una nuova avventura.
Così, l’Azienda Agricola Eredi Elvira Milani è ripartita.

Con gli stessi ceppi di Vermentino, Albarola e Malvasia che da sempre hanno originato il “bianco” di Candia e con quelli più moderni di Sirah, Cabernet e Merlot per un “rosso” dal temperamento mediterraneo, il viaggio di Angelo Borghetti ha assunto i contorni di una storia che vale la pena di essere ascoltata, anche e soprattutto dentro il bicchiere.

Una cura sempre maggiore pertutte le fasi della produzione, dalla vigna alla cantina, e l’insostituibile aiuto di Davide Baccigalupi, giovane consulente enologico, stanno infatti regalando le prime grandi soddisfazioni.

«Dalle uve bianche abbiamo creato due cru di Vermentino.

“Linsolito” ha un carattere più internazionale: forte, deciso e erbaceo, come le uve selezionate grappolo per grappolo alla ricerca della perfezione.
“Diesis” ha un carattere più vicino alla tradizione, il vermentino nella forma più pura, privilegiando alla potenza l’equilibrio e l’eleganza.
Infine ecco “Ilmomento”: Le uve Sirah, Cabernet e Merlot si sono unite a giusta maturazione regalandoci un rosso robusto, franco, con un olfatto verticale di facile approccio, un vino già in equilibrio che abbina un odorato fruttato e fragrante e una bevibilità massima - estrema.».

Così ci racconta Davide sotto lo sguardo attento di Angelo, che ascolta, ascolta senza perdersi una parola, anche se l’ha già sentita più di una volta. Perché proprio lui, di questa storia, non vuole davvero perdersi nulla.